Allerta escherichia Coli: ecco i cibi più rischiosi da mangiare

In questi ultimi tempi, si è parlato sempre più spesso di infezioni da Escherichia Coli, un batterio che, seppur naturalmente presente nell’intestino umano e animale, in alcune sue varianti può diventare patogeno e causare gravi disturbi alla salute. L’Escherichia Coli è responsabile di infezioni gastrointestinali che possono portare a sintomi come crampi addominali, diarrea, nausea e, in casi più gravi, anche a complicazioni renali. In particolare, alcune varianti come l’Escherichia Coli O157

producono tossine estremamente dannose per l’organismo. Ma quali sono i cibi più rischiosi e come possiamo proteggerci?

1. Carne cruda o poco cotta

Uno degli alimenti più a rischio di contaminazione da Escherichia Coli è la carne cruda o poco cotta, in particolare quella bovina. Durante la macellazione, le parti esterne dell’animale, che potrebbero essere contaminate, possono entrare in contatto con i tagli di carne, soprattutto durante la lavorazione della carne tritata. Mangiare carne poco cotta, come hamburger o tartare, aumenta il rischio di infezioni. Per prevenire il rischio, è essenziale cuocere la carne a una temperatura interna di almeno 70°C, temperatura alla quale il batterio viene neutralizzato.

2. Latte crudo e prodotti lattiero-caseari non pastorizzati

Il latte crudo non pastorizzato e i formaggi prodotti con latte crudo sono alimenti notoriamente associati alla contaminazione da Escherichia Coli. La pastorizzazione è il processo termico che consente di eliminare i microrganismi patogeni, mantenendo però intatte le caratteristiche organolettiche del prodotto. Tuttavia, alcuni preferiscono consumare latte crudo e formaggi non pastorizzati per preservare il sapore naturale e i probiotici. Chi sceglie questi alimenti, però, si espone a un rischio maggiore di contrarre infezioni. Per minimizzare il pericolo, è preferibile optare per latte e derivati pastorizzati o, nel caso di consumo di latte crudo, sottoporlo a ebollizione prima di berlo.

3. Frutta e verdura crude non lavate

Le verdure a foglia verde, come lattuga, spinaci e cavoli, così come frutta e altre verdure crude, possono diventare un veicolo di Escherichia Coli se non vengono adeguatamente lavate. Questo batterio può contaminare i vegetali durante la coltivazione, per esempio a causa dell’uso di acqua contaminata o del contatto con concimi di origine animale. Il rischio è particolarmente alto nei casi di verdura prelavata o confezionata, poiché potrebbe essere già contaminata durante il processo di produzione. È quindi consigliabile lavare accuratamente frutta e verdura, anche quella confezionata, e asciugarla con cura prima del consumo.

4. Succhi e sidro non pastorizzati

Succhi di frutta freschi o sidro non pastorizzati possono essere un altro veicolo di Escherichia Coli. Questo accade soprattutto nei prodotti realizzati artigianalmente, dove non vengono adottati i trattamenti termici necessari per eliminare i batteri patogeni. La pastorizzazione dei succhi e del sidro è fondamentale, specialmente se si tratta di succhi destinati ai bambini, agli anziani o alle persone con sistema immunitario compromesso. Per evitare rischi, è sempre consigliato consumare solo succhi e sidro pastorizzati.

5. Acqua non potabile

L’acqua non trattata o proveniente da fonti non sicure è uno dei principali veicoli di infezione da Escherichia Coli, soprattutto in paesi o aree dove il controllo della qualità dell’acqua è meno rigoroso. Anche le attività ricreative in fiumi o laghi contaminati possono esporre al rischio di contrarre il batterio. Bere acqua da fonti non sicure o non sottoposta a filtraggio aumenta il rischio di infezione. Quando si viaggia in paesi dove la qualità dell’acqua è incerta, è consigliabile consumare solo acqua in bottiglia sigillata e di evitare l’uso di cubetti di ghiaccio.

6. Germogli crudi

I germogli, come quelli di soia o di erba medica, sono alimenti popolari e ricchi di sostanze nutritive, ma possono essere facilmente contaminati da Escherichia Coli a causa delle condizioni in cui vengono coltivati. Essendo coltivati in ambienti caldi e umidi, ideali per la crescita dei batteri, i germogli crudi rappresentano un rischio significativo per la salute. Per ridurre il pericolo, si consiglia di consumarli solo dopo averli cotti o, se crudi, di acquistarli solo da produttori certificati e verificarne la freschezza.

7. Maionese e salse fatte in casa

Salse come la maionese, se preparate in casa, possono rappresentare un rischio in termini di contaminazione da Escherichia Coli, soprattutto se fatte con uova crude o ingredienti non adeguatamente sterilizzati. Anche se il rischio è basso, è preferibile usare uova pastorizzate per le preparazioni fatte in casa e conservare le salse in frigorifero per evitare la proliferazione dei batteri. Inoltre, è fondamentale evitare di lasciare a temperatura ambiente per lungo tempo queste preparazioni fatte in casa.

8. Pratiche di igiene per prevenire le infezioni

Le pratiche di igiene alimentare possono fare la differenza nella prevenzione di infezioni da Escherichia Coli. Ecco alcuni consigli pratici per ridurre il rischio di contaminazione:

  • Lavaggio delle mani: Lavarsi le mani prima di cucinare e dopo aver maneggiato alimenti crudi è fondamentale per evitare la trasmissione del batterio.
  • Pulizia degli utensili da cucina: Utilizzare utensili separati per carne cruda e verdure fresche, come coltelli e taglieri, per evitare la contaminazione crociata.
  • Cottura adeguata: Come accennato, cuocere la carne a temperature elevate è uno dei metodi più efficaci per eliminare l’Escherichia Coli e altri batteri patogeni.
  • Conservazione degli alimenti: Conservare adeguatamente gli alimenti in frigorifero riduce il rischio di proliferazione batterica.
  • Acquisto da fonti sicure: Acquistare carne, latte, succhi e frutta da produttori di fiducia e seguire le indicazioni di conservazione e consumo è una pratica sempre raccomandabile.

Conclusioni

L’Escherichia Coli rappresenta un pericolo concreto per la salute, soprattutto per coloro che non adottano misure di igiene alimentare rigorose. Conoscere i cibi più a rischio e seguire buone pratiche di preparazione e conservazione degli alimenti è essenziale per ridurre il rischio di infezioni. Inoltre, in caso di sintomi come diarrea persistente, crampi addominali o febbre, è importante consultare un medico per ricevere il trattamento adeguato. La sicurezza alimentare inizia da piccoli gesti quotidiani: cuocere correttamente, lavare accuratamente e scegliere alimenti sicuri sono i primi passi per proteggere la nostra salute e quella dei nostri cari.